I prodotti fitosanitari presentano alcune peculiarità che nel loro insieme stabiliscono l'effettiva efficacia del prodotto. Questi aspetti sono di tipo:
- qualitativo;
- quantitativo;
- collaterale.
- qualitativo;
- quantitativo;
- collaterale.
Aspetti qualitativi di un agrofarmaco.
La qualità di un agrofarmaco dipende direttamente da due fattori: la tossicità e la disponibilità.
La tossicità intrinseca è rappresentata dal danno che una sostanza attiva esplica nei confronti
dell'oganismo bersaglio. La tossicità intrinseca è, di conseguenza, la risultante di due momenti che sono sinergici ed indispensabili l'uno all'altro:
- il meccanismo di azione, che consiste nella capacità di raggiungere i punti vitali;
- l'azione della sostanza attivà a livello cellulare che consiste nella sostituzione, nella competizione o nell' aggressione dei sistemi biologici.
La disponibilità di un agrofarmaco è la capacita di liberare la sostanza attiva, in presenza di vari stimoli, e di farla arrivare a contatto con il bersaglio.
Aspetti quantitativi di un agrofarmaco.
La disponibilità, basa i suoi requisiti su alcuni aspetti che determinano la quantità di agrofarmaco presente sul vegetale in un momento qualsiasi. Questi aspetti quantitativi sono: la copertura, il deposito e il residuo.
La copertura rappresenta il grado di distensione della sostanza attiva sul vegetale.
Gli elementi che condizionano la copertura sono:
- la dimensione delle gocce;
- il mezzo meccanico usato per la distribuzione;
- la presenza di un coadiuvante tensioattivo che determina la distensione delle goccioline sulla superficie del vegetale.
Il deposito rappresenta la quantità di prodotto che rimane sulla superficie del vegetale dopo il trattamento. Gli elementi che condizionano il deposito sono:
- la copertura che tanto più grande sarà, maggiore sarà il deposito;
- la natura del preparato e i mezzi di diffusione;
- la natura delle superfici degli organi trattiti;
- la carica elettrica;
- la presenza di un coadiuvante con funzione adesiva aumenta la possibilità di deposito di una sostanza attiva.
Il residuo viene definito come la quantità di sostanza attiva che rimane, sull' organo vegetale, dopo un determinato periodo di tempo dal trattamento fitosanitario. Gli elementi che condizionano il residuo sono:
- mezzi meccanici e micronizzazione delle particelle le quali più sono piccole e minore sarà il dilavamento e maggiore l'effetto residuale;
- elementi climatici (pioggia, temperatura e luce) che svolgono attività azione dilavante, dissolvente, denaturante e volatilizzazione delle sostanze attive;
- accrescimento della pianta poichè nei momenti di grande espasione sia delle lamine fogliari sia dei germogli (primavera) si ha una riduzione dell'attività residuale.
Pertanto è necessario usare prodotti persistenti perchè siano validi dal punto di vista fitoiatrico, ma occorre che la persistenza sia strettamente limitata alla riuscita dei trattamenti.
Aspetti collaterali di un agrofarmaco.
Sono aspetti determinanti nell'azione di un agrofarmaco, possono essere di natura esterna oppure essere intrinseci al preparato stesso; fra questi aspetti ricordiamo:
- la prontezza di azione che definisce la capacità di una sostanza attiva di svolgere immediatmente le sue funzioni;
- la persistenza di azione che si intende come la capacità di un agrofarmaco di prolungare la sua azione nel tempo;
- la miscibilità che si intende come la proprietà intrinseca di un prodotto fitosanitario di essere compatibile e quindi miscibile con uno o più preparati di tipo diverso. Le ragioni che stanno alla base della miscibilità sono da imputarsi ad aspetti sia di natura economica sia tecnica:
- i primi perchè unendo i preparati diminuiscono i costi dei trattamenti che vengono ridotti di numero;
- i secondi perchè si possono effettuare trattamenti complessi rivolti a più parassiti.
Un prodotto fitosanitario, nei confronti della sua miscibilità con altri, presenta tre fenomeni:
- indifferenza in cui la miscela non presenta particolari aspetti nè positivi, ne negativi;
- antagonismo in cui la miscela presenta una riduzione degli effetti delle singole sostanze attive;
- sinergismo in cui la miscela presenta effetti con caratteristiche migliori delle singole sostanze attive. La miscela, inoltre, presenta altri effetti che non considerano le sostanze attive, ma l'azione globale che l'insieme espica; infatti si possono presentare fenomeni di:
- minore solubilità o sospensività in acqua;
- fitossicità intesa come la capacità del prodotto ottenuto di provocare un danno alla pianta sulla quale è stato distribuito.
Allo scopo di evitare l'insorgere di questi fenomeni sono state approntate delle tabelle di compatibilità:
- la ridistribuzione definisce la capacità di un agrofarmaco di spostarsi e ridistribuirsi per volatilizzazione o per risolubilizzazione oppure per semplice trasporto del passivo;
- il citotropismo e la sistemicità esprimono la capacità di un agrofarmaco di superare le barriere cellulari ed entrare nella pianta comportandosi cioè da endoterapico.
Questi prodotti vengono raggruppati in tre grandi categorie:
- citotropici, sono composti che pur venendo assorbiti dai tessuti vegetali, non sono mobili e si localizzano nei punti in cui sono entrati ed al limite nelle zone limitrofe;
- translaminari, sono composti dotati di buona mobilità cellulare, essi vengono assorbiti e traslocati da cellula a cellula, sia in sonso laterale sia traversale;
- sistemici, sono prodotti estremamente mobili; essi vengono assorbiti ed entrano nel flusso linfatico raggungendo anche le parti della pianta che non sono state oggetto del trattamento.
L'uso di prodotti sistemici pone tuttavia una serie di problemi che impogono un'attenta valutazione nei trattamenti:
- la sistemicità varia in funzione dell'organo interessato;
- la sistemicità è migliore nelle piante metebolicamente efficenti;
- gli organi aerei non sempre riescono a richiamare e a concentrare una sufficente quantità di agrofarmaco;
- l'uso dei prodotti sistemici può determinare una selezione di ceppi resistenti.