venerdì 29 febbraio 2008

Confusione sessuale temporizzata

Il metodo della confusione sessuale temporizzata, consiste nella saturazione dell’ambiente (frutteto) con 1 o più feromoni specifici. L'erogazione feromonica non avviene in modo continuo nel tempo, ma può esere programmata su base giornaliera e per fasce orarie, in relazione al periodo ed all’intensità di volo dell’insetto o degli insetti da controllare. In questo modo viene mascherato il richiamo naturale delle femmine e quindi impediti gli accoppiamenti. Si ostacola così lo sviluppo della popolazione successiva.
Il feromone viene erogato mediante un meccanismo composto da pompe ed appositi aghi dosatori che ne permettono la distribuzione su un filo di nylon. Il filo viene fatto scorrere, soprachioma, lungo i filari del frutteto, mediante un particolare dispositivo elettronico. Durante il suo tragitto, il filo rilascia nell’aria i feromoni di cui è impregnato creando la “nube” feromonica. Il sistema è in grado di erogare fino a 4 diverse sostanze feromoniche per altrettanti fitofagi da combattere.
Il tragitto percorso dal filo è guidato da un sistema di boccole in ceramica sorrette da leggere aste cilindriche di materiale plastico con campate di circa 20-40 m. Sulle testate del frutteto sono poste, montate su appositi pali, le carrucole di rinvio, con le boccole di scorrimento in teflon. Gli impianti provvisti di rete antigrandine sono già tecnicamente predisposti al posizionamento del filo; infatti boccole e carrucole di rinvio possono essere applicate direttamente alle strutture di sostegno delle reti.Questo sistema di difesa si presta particolarmente per frutteti di geometria regolare e con superficie di 2-3 ha.
L’impianto è gestibile mediante telefonino cellulare, tramite semplici comandi inviabili via SMS.
Il sistema della confusione permette di combattere contemporaneamente Carpocapsa (Cydia pomonella) Cidia (Cydia molesta) Ricamatori (Pandemis cersana, Archips podanus, Argyrotaenia pulchellana).

I fitofarmaci

I prodotti fìtosanitari sono le sostanze attive e i preparati che contengono una o più sostanze attive nella forma in cui vengono fornite all'utilizzatore, e che sono destinate a proteggere i vegetali o i loro prodotti dagli organismi nocivi (o che li prevengono), e a favorire i processi vitali delle piante.Fanno parte dei prodotti fitosanitari le sostanze che conservano i prodotti vegetali, quelle che controllano le infestanti e quelle che eliminano parti di vegetali o ne evitano l'accrescimento indesiderato. Le sostanze attive sono elementi chimici, sia allo stato naturale sia prodotti industriali, ma anche microrganismi e virus che esplicano un'azione nei confronti di parassiti delle piante o dei vegetali stessi. I preparati sono prodotti commerciali contenenti una o più sostanze attive, che agiscono sugli organismi nocivi o sulle piante, uno o più coadiuvanti, che aumentano l'efficacia dei principi attivi, e uno o più coformulanti, utili a ridurre la concentrazione delle sostanze attive.
I fitofarmaci vanno impiegati solo per la cura delle piante, secondo l'uso specificato per legge in etichetta; non si possono comunque utilizzare, per esempio, contro i parassiti degli animali domestici. Vengono adoperati in agricoltura o in aree extra-agricole da parte di operatori professionisti, in orti e giardini oppure in casa e in terrazzo da parte di hobbisti. Si classificano in antiparassitari, diserbanti, fitoregolatori, repellenti, modificatori del comportamento e fisiofarmaci.
Una categoria a parte sono i cosiddetti prodotti PPO (per la protezione delle piante ornamentali), impiegabili per la cura di piante esclusivamente di casa, del terrazzo e del giardino (non su piante da orto o da frutto, né in strade e parchi pubblici). Si trovano nei consorzi agrari, nei garden center, negli ipermercati specializzati e no, dai fiorai ecc. e il loro acquisto è libero (non è richiesto il patentino).
Cose da evitare

  • Non trattare a mezzogiorno, quando il sole è al culmine. Il calore e i raggi solari potenziano notevolmente l'azione dei principi attivi, correndo il rischio di bruciare i tessuti vegetali o comunque di ottenere un effetto tossico anziché curativo. Attendete le ore serali o quelle più fresche dell'alba.
  • Non trascurare i dispositivi di protezione con la scusa del caldo: effettivamente non è piacevole dover indossare guanti, occhiali e maschera, ancor meno la tuta (soprattutto se di gomma), ma ne va della vostra salute presente e futura. Infatti, i fitofarmaci tossici possono creare gravi problemi immediati; quelli meno pericolosi possono incidere nel corso degli anni. Piuttosto, trattate negli orari meno caldi.
  • Non esagerare con le quantità: non aumentate i dosaggi indicati in etichetta e non ripassate sulla vegetazione oltre la normale bagnatura. Ricordatevi sempre che le alte temperature dell'aria potenziano gli effetti che, in caso di sovradosaggio, divengono nocivi.

Lotta biologica

Le piante morsicate o fisicamente danneggiate producono un composto chimico volatile che può mettere al corrente dell'attacco degli insetti le piante vicine e prepararle a difendere se stesse. Lo sostengono alcuni ricercatori in un articolo pubblicato sulla rivista "Proceedings of the National Academy of Sciences". "Sappiamo - spiega l'entomologo James H. Tumlinson della Pennsylvania State University - che quando i bruchi masticano alcune piante, queste producono sostanze chimiche in grado di attirare le vespe, i nemici naturali dei bruchi. In agricoltura, i predatori naturali costituiscono un metodo efficace di controllo biologico degli infestanti". Tuttavia, queste sostanze che attirano i predatori non compaiono immediatamente. Le prime a essere liberate sono composti organici chiamati GLV (green leafy volatiles), responsabili dell'odore dell'erba appena tagliata o delle foglie compresse. Sono altamente volatili e compaiono immediatamente, dunque sono buoni candidati come segnalatori per le altre piante. Per verificare questa ipotesi, i ricercatori hanno studiato come le GLV influenzano le piante vicine non danneggiate nel caso di pianticelle di grano e delle nottue (Spodoptera exigua), un bruco che mangia le foglie del grano oltre che del cotone, del tabacco e di altre piante. I risultati mostrano che l'esposizione a GLV innesca le difese delle piante per una risposta più forte contro il successivo attacco degli insetti erbivori, aumentando la biosintesi di acido jasmonico e di composti organici volatili (VOC) che normalmente non appaiono che ore dopo l'attacco iniziale.

lotta biologica.

Un quarto delle specie è parassita di altri insetti. Alcune di questi parassiti vengono usati per controllare gli insetti dannosi alle colture agricole e alle piante ornamentali.Un esempio di lotta biologica sperimentata con successo in regione Lombardia è l'utilizzo di un imenottero, il Neodryinus typlocybae per combattere la Metcalfa pruinosa, un insetto omottero della famiglia dei Flatidi proveniente dal Nord America e segnalato per la prima volta in Italia nel 1979. La Metcalfa procura danni alle colture agricole e alle piante ornamentali. Le femmine del Neodrino catturano gli stadi giovanili della Metcalfa per alimentarsene o per deporvi un uovo in corrispondenza del torace. In collaborazione con l'Ufficio Fitosanitario, Innovazione e Ricerca della Regione Lombardia nel Parco del Roccolo il Neodrino è stato rilasciato nel 2001 in 4 punti con l’obbiettivo di raggiungere una condizione di equilibrio tra l’insetto utile e quello dannoso. Il Neodrino si è ampliamente diffuso anche fuori dal Parco. Esso non altera gli ecosistemi e non è nocivo per l’uomo e per le altre specie viventi perché è un parassitoide specifico della Metcalfa.

martedì 26 febbraio 2008

La lotta biologica ai parassiti non richiede necessariamente la conversione dell'intera azienda all'agricoltura biologica, ma può essese un modo di migliorare il proprio prodotto con costi abbastanza contenuti e, per certi metodi di lotta, addirittura risparmiando.Per esempio, se si usano insetti parassiti della mosca, questi vanno per l'oliveto da soli: non bisogna perdere giornate di lavoro per portarcelli, contrariamente ai prodotti chimici che, da soli, non si muovono...Un altro dei vantaggi della lotta biologica è che non è dannosa né per l'uomo, né per i suoi animali, compresi cani da caccia ed api da miele, ed inoltre, contrariamente agli antiparassitari chimici tipo Dimetoato, è possibile raccogliere le olive immediatamente dopo i trattamenti.La lotta biologica è basata sulla naturale competizione tra gli esseri viventi: come la "bega" mangia l'oliva, qualcos'altro mangia la "bega", per essere a sua volta mangiato da qualcos'altro, magari da quegli uccelletti da spiedo di cui i cacciatori lamentano la carenza...Tra i vantaggi della lotta biologica ricordiamo:
controllo di parassiti che si sono "abituati" ai prodotti chimici
costi a volte minori rispetto alla lotta chimica, in quanto normalmente il tempo di trattamento è minore
mancanza di fenomeni di "fitotossicità" a carico delle piante;
tempo di carenza inesistente, in quanto i prodotti non sono dannosi nè per l'uomo nè per gli animali
salvaguardia degli insetti ed altri animali "utili" (api, lombrichi, ecc.)
nessun pericolo per la salute degli olivicoltori e dei consumatori
migliore qualità del prodotto e, di conseguenza, possibilità di vendere le olive ad un prezzo superiore Stiamo raccogliendo la vastissima documentazione, per la maggior parte in inglese, sulla lotta biologicaProssimamente pubblicheremo la traduzione di due interessanti articoli inviatici dalla Facoltà di Biologia dell'Università di Padova in merito ad una sostanza chiamata porfirina, che in certe condizioni uccide il 100% delle mosche trattare entro un'ora dal trattamento.L'argomento è abbastanza convincente, anche perchè questa sostanza pare sia molto economica.Se volete essere informati sulla pubblicazione di questi testi, è sufficiente iscriversi alla mailing list di taggiasca.com dove riferiremo tutte le novità da questo sito.