venerdì 14 marzo 2008

Norme di sicurezza nell'utilizzo degli agrofarmaci

Al fine di garantire la sicurezza per l’operatore, l’efficacia del trattamento, l’integrità della coltura trattata e di quelle limitrofe è consiogliabile seguire alcuni semplici suggerimenti:

Preparazione delle miscele

  • Indossare indumenti protettivi
  • Utilizzare recipienti appositi
  • Operare all'aperto o in ambienti aereati
  • Durante le operazioni tenere lontano i bambini
  • Evitare che gli animali siano presenti durante la preparazione o vengano a contatto con i materiali usati

Impiego dei preparati
  • Non mangiare, bere, fumare durante i trattamenti
  • Non operare contro vento
  • Non impiegare il prodotto in prossimità dei corsi d'acqua
  • Applicare il prodotto in condizioni meteorologiche favorevoli: evitare le ore più calde della giornata, non trattare in presenza di vento e se si prevede pioggia nelle ore immediatamente successive al trattamento;
  • Non effettuare trattamenti quando piove
  • Lavarsi accuratamente in caso di contatto con il prodotto
  • Non contaminare alimenti o bevande
  • Impiegare il prodotto solo sulle colture autorizzate
  • Lavare le attrezzature dopo l'uso
  • In caso di intossicazione consultare il medico mostrandogli l'etichetta del prodotto
  • Controllare la pulizia e la funzionalità delle attrezzature utilizzate per la distribuzione;
  • Rispettare le modalità di impiego raccomandate in etichetta: dose, epoca di applicazione, intervallo tra le applicazioni;
  • Curare in modo particolare le indicazioni relative alla strategia anti-resistenza, che prevedono generalmente un numero massimo di trattamenti consecutivi o per anno con lo stesso prodotto e l’alternanza di prodotti a diverso meccanismo d’azione
  • Rispettare le indicazioni relative alla sensibilità varietale per evitare effetti indesiderati (fitotossicità, rugginosità, ecc.);
  • Rispettare le indicazioni sulla miscibilità con altri prodotti

Il patentino per l'acquisto degli agrofarmaci

Per l’acquisto, la tenuta del registro di carico e scarico, per la vendita e la detenzione in locale separato e sotto chiave di prodotti "Molto Tossici" (T+), "Tossici" (T) e "Nocivi" (Xn) è necessario disporre del “patentino” rilasciato dai competenti uffici provinciali dopo aver seguito un corso d’istruzione o di aggiornamento ed aver superato il relativo esame.

Classificazione degli agrofarmaci

A far data dal giugno 1995 è entrato in vigore il D.L. n.194 del 17/03/1995 che prevede la nuova classificazione dei prodotti fitosanitari in base alla normativa dell'Unione Europea.
Di seguito si riportano i simboli e le classi attualmente in vigore:

Molto tossico (T+)
Tossico (T)
Nocivo (Xn)
Irritante (Xi)
Non pericoloso (m.c.p.)
Non classificato (--)

Lotta biologica integrata 2

Obiettivo del corso è quello di fornire ulteriori basi teoriche e applicative del controllo biologico dei fitofagi, con l’approfondimento dello studio eco-etologico degli antagonisti naturali e dei metodi della loro utilizzazione, nell’ambito dello studio del funzionamento dell’agroecosistema e della applicazione della strategia della lotta integrata.
PROGRAMMA DEL CORSO
La lotta biologica. Il contesto scientifico e culturale ottocentesco. Gli apporti del Novecento. Interazione pianta-fitofago-entomofago.Ecologia, etologia e tassonomia degli entomofagi. Rapporti tra specie entomofaghe e ospiti. Parassitoidi idiobionti e koinobionti. Strategie riproduttive negli Imenotteri parassitoidi. Differenze nel parassitismo tra Ditteri e Imenotteri. Il significato dell’iperparassitismo, del multiparassitismo, del superparassitismo e dell’ autoparassitismo. Caratteristiche tassonomiche e biologiche dei principali gruppi di insetti entomofagi, con particolare riguardo a quelli appartenenti agli ordini dei Rincoti, Neurotteri, Lepidotteri, Coleotteri, Strepsitteri (cenni), Ditteri e Imenotteri.Criteri di scelta e metodi di utilizzazione degli entomofagi. Valutazione critica delle diverse metodiche. Allevamento di insetti utili. Problematiche relative all’allevamento di entomofagi.Applicazione della lotta biologica.Esempi di applicazione della lotta biologica, in differenti agroecosistemi, con l'impiego di Insetti, Acari, Nematodi, Vertebrati. Utilizzazione della lotta microbiologica. Uso di piante resistenti. La lotta biologica alle malerbe. I metodi dell'autocidio. Uso di feromoni (metodo della confusione). Ambiti applicativi e valutazione critica delle diverse metodiche, inclusi gli aspetti economici.Acquisizioni, ruolo e prospettive della lotta biologica.La lotta integrata come strategia di controllo delle specie dannose. Il paradigma ecologico nella protezione integrata delle colture. I cardini della lotta integrata. Metodi di campionamento delle popolazioni. Lo studio dell’agroecosistema. La ricerca delle cause della dannosità dei fitofagi. I modelli fenologici. Prevenzione e terapia. I punti deboli della difesa integrata.

Il monitoraggio

Il monitoraggio degli insetti nocivi, effettuato mediante trappole a feromone, consente un ottimale posizionamento degli interventi insetticidi, specialmente nel caso del Bacillus thuringiensis che richiedono di essere applicati in precisi stadi di sviluppo del fitofago.

Il monitoraggio consiste nel sorvegliare lo sviluppo delle popolazioni di una determinata specie mediante la cattura dei maschi in apposite trappole spia innescate con il feromone specifico.

In questo modo diventa possibile sia individuare i periodi di volo che stimare la densità di popolazione ed il conseguente rischio di infestazione prima che questa si verifichi. Si ottengono così gli elementi necessari per attuare una razionale lotta guidata.

L’epoca esatta per l’intervento di difesa dipende dal meccanismo di azione del prodotto impiegato (prodotto microbiologico, regolatore di crescita, estere fosforico) e dallo stadio di sviluppo dell’insetto che si vuole colpire (uovo, larva neonata larva matura). I formulati di Bacillus thuringiensis, che agiscono unicamente per ingestione esplicando la massima attività su larve neonate, dovranno essere applicati indicativamente dopo 8-10 giorni dall’inizio delle catture e alla prima comparsa delle larve.

Offre una serie di vantaggi anche in termini di utilizzo: non è classificato ed ha un tempo di carenza ridotto (3 giorni), la sua formulazione in granuli idrodisperdibili garantisce una maggiore stabilità (a temperatura ambiente 21°-24° C), consente di conservare la sua efficacia per 3 anni e lo rende particolarmente agevole e semplice da usare. Inoltre, è consigliabile ripetere il trattamento di Biobit® DF una seconda volta dopo 7-14 giorni in relazione al grado di infestazione da combattere.

Per eseguire un corretto monitoraggio occorre installare sulle piante, ad altezza d’uomo, 2-3 trappole per ettaro per ogni specie da controllare (vedi foto).

Per superfici omogenee superiori ad un ettaro il loro numero può essere ridotto ad una trappola per ettaro.

Per evitare fenomeni d’interferenza le trappole vanno distanziate di almeno 30-40 metri.

L’installazione deve avvenire prima dell’inizio dello sfarfallamento della specie da monitorare, anche avvalendosi dei modelli previsionali.

La posizione deve essere scelta tenendo conto della direzione del vento dominante in modo che la traccia odorosa interessi una superficie significativa della coltura da controllare.

Considerando che i maschi volano contro vento, esse vanno poste verso il lato del frutteto o del vigneto investito per primo dal vento.

Le trappole devono essere ispezionate almeno una volta a settimana o, in particolari periodi, con cadenza più ravvicinata; dopo il conteggio i fondi collati vanno puliti o sostituiti se necessario.

Norme e pratiche relative all'acquisto, alla conservazione e all'uso degli agrofarmici.

L'uso dei prodottifitosanitari è generalmente circoscritto a poche categorie di utenti (agricoltori, contoterzisti, addetti ai parchi e giardini), di norma dotate di patentini ed in ogni caso con una certa esperienza nel loro uso; tuttavia molto spesso ogni possesore di un piccolo giardino si improvvisa utente dei prodotti fitosanitari e, per la sua inesperienza, può divenire fonte di pericolo per se e per gli altri. Questa elencazione vuole informare su quanto si deve fare dell'uso dei prodotti fitosanitari.
Acquisto
L'acquisto di questi prodotti avviene presso punti vendita autorizzati che siano in grado di fornire tutte le indicazioni sui danni che possono causare all'ambiente e alla salute umana. Attualmente per acquistare un prodotto tossico occorre avere il patentino valido; l'acquisto di questi prodotti viene registrato dal venditore in un registro di carico/scarico, e fà assumere all'acquirente ogni responsabilità dell'uso del prodotto, in più viene regolato dal DPR 290/01. Le confezioni devono essere chiuse perchè è illegale la vendita dei prodotti sfusi. Qual'ora il titolare del patentino non possa recarsi ad acquistare il prodotto, può delegare un incaricato con un ordine scritto vistato da enti preposti o pubblici ufficiali.
Trasporto
Il trasporto dei prodotti fitosanitari specialmente quelli più pericolosi, deve sottostare a particolari cautele. Devono essere utilizzati i veicoli adeguati, possibilmente chiusi ma con possibilità di aereazione e attrezzati con adeguati D.P.I. (dispositivi di protezione individuale); devono essere evitate dispersioni accidentali del carico. In caso di incidente che comporti la fuoriuscita di materiale fitosanitario si deve avvertire l'autorità sanitaria di zona che provvederà al recupero ed al disinquinamento, con gli opportuni mezzi.
Conservazione
In azienda i prodotti fitosanitari devono essere conservati, fino al momento dell'uso, in appositi magazzini, chiusi a chiavee con accesso ai soli addetti; questi locali devono essere bene areati e non umidi. L'aerazione è indispensabile sia per eliminare i vapori che eventualmente scaturisconodalle confezioni non perfettamente chiuse, sia per impedire il ristagno di umidità che favorisce il danneggiamento delle polveri igroscopiche. In caso di mancanza di un locale aposito è necessario fornirsi di un armadio di metallo, che possa essere chiuso a chiave e con l'indicazione veleni e l'immagine di un teschio; l'armadio deve essere posto in un luogo non soggetto a rischio di allagamento, lontano da magazzini di foraggi o alimenti in genere e non accessibile ai bambini. un ulteriore soluzione consiste nell'approntare un apposito recinto, munito di porta e serratura, all'interno del magazzino ove però non sarà più possibile conservare mangimi o alimenti (valgono i medesimi cartelli di segnalazione).
Preparazione delle miscele
Il momento della preparazione delle miscele è quello che presenta i maggiori rischi di intossicazione e quindi bisogna usare tutte le precauzioni. La prima è quella di non fumare perchè il fumo mescolandosi con i vapori o le polveri può formare dei composti tossici, in più non si può mangiare o bere durante le operazioni. Si devono indossare indumenti adatti: maschera con filtro a carboni attivo (questo deve essere cambiato periodicamente), un paio di occhiali con paraocchi, una tuta che permetta protezione, un paio di guanti in gomma che proteggano le mani.

Tossicità degli agrofarmaci

Le sostanze presenti nei prodotti fitosanitari sono sostanze potenzialmente pericolose per l'uomo.
Queste intossicazione possono essere provocate in due modi:
  1. Contaminazione accidentale, che si verifica durante la preparazione delle miscele, o durante la distribuzione degli agrofarmaci.
  2. Contaminazione alimentareche che si verifica con l'igestione di derrate alimentari che contengono residui tossici.

Quindi possiamo distinguere tre vie di intossicazione:

  • Per inalazione, cioè l'assorbimento avviene per ispirazione durante la preparazione delle miscele, o anche durante la distribuzione.
  • Per contatto dermale, che si verifica quando l'assorbimento avviene per contatto tra l'epidermide (pelle) e il prodotto.
  • Per ingestione, che si verifica quando si ingeriscono alimenti contenenti residui di agrofarmaci.

La tossicità di un agrofarmaco può essere riferita agli effetti di una sola somministrazione definita come tossicità acuta; o agli efetti di più somministrazioni, e in questo caso viene definita tossicità cronica.

La tossicità acuta di un prodotto fitosanitario esprime la velenosità di una derteminata sostanza che si manifesta entro breve tempo dal momento in cui essa e stata ingerita, inalata o assorbita attraverso la pelle. La tossicità acuta la si valuta con la DL50, cioè dose letale per il 50 %; per tanto la DL50 si esprime in mg per un kg ad esempio DL50=10 significa che 10mg (0,01) del prodotto è in grado di uccudere il 50% di cavie che pesano un kg. Questo calcolo riferisce solo a quei agrofarmaci considerati in purezza, cioè senza essere diluiti con altre sostanze, però nella pratica questi vengono diluiti in due modi:

  1. Diluizione in acqua: questo lo si ha perché gia, perchè l'agrofarmaco come mezzo di trasporto usa gia l'acqua, e pertanto viene uteriolmente diluito e quindi la tossicità reale è nettamente inferiore.
  2. Diluizione in atmosfera: in cui provoca un'ulteriore diluizione rispetto a quella di prima, per l'enorme volume di atmosfera irrorato, cioè che viene disperde in atmosfera.

Invece la tossicità cronica esprime la tossicita di un determinato prodotto, soministrato in dosi relativamente basse ma continue, determinando un'accumolo nell'organismo di sostanza tossica e provocando l'intossicazione cronica, dopo un certo periodo di tempo e non subito. La quantità tossica viene espressa dalla soglia che può essere soministrata per un lungo periodo, e questo viene calcolato in ppm cioè parti per milione. Il controllo della tossicità cronica avviene in laboratori su colture cellulari, o su cavie in cui in questo caso vengono somministrate, per un certo periodo, dosi note di un agrofarmaco. Questo lo si fà per vedere che effetto fà l'agrofarmaco su tali cavie nel contempo, e dopo la morte verranno esaminate, con una autopsia gli organi, al fine di costituire una banca dati, in quanto la valutazione di questi eventuali effetti è portata in scala umana, cioè le varie modificazione della cavia, è attendibile o può essere veritiera, verso una modificazione sull' organismo umano con il depositarsi di tale agrofarmaco. Gli effetti di questa tossicità interessa varie categorie di persone, ma soprattutto gli operatori del settore, che possono intossicarsi assumendo sub-dosi di prodotto durante le fasi di preparazione, o anche, i consumatori con le derrate alimentari, dove incosciamente possono assorbire delle sub-dosi depositatesi all'interno della derrata stessa. In ogni caso queste piccole dosi vengono accumulate nell'organismo provocando danni generalmente in tempi medio-lunghi. Queste contaminazioni sono dovute essenzialmente a due casi:

  1. Funzionale cioè consiste nell'effetto residuale dei trattamenti fitosanitari sulle coltivazioni.
  2. Accidentale in cui queste contaminazioni si verificano accidentalmente, seppur tutte dipendenti dai trattamenti sulle coltivazioni riguardanti una coltivazione vicina, prossima al raccolto, o una contiminazione accidentale delle falde acquifere, o l'assorbimento di un'agrofarmaco nel terreno e la successiva contaninazione delle coltivazioni che seguiranno.

Per quanto riguarda la pericolosità dei prodotti fitosanitari, basata sia sulla tossicità acuta sia su quella di tipo cronica, sono state indendificate alcune frasi di rischio tra cui:

  • R 40: possibili effetti irreversibili;
  • R48: pericolo di gravi danni per la salute in caso di esposizioni prolungate;
  • R62: possibile rischio di ridotta fertelità;
  • R63: possibile rischio ai bambini non ancora nati.

Questi prima del 1999, cioè quando entro in vigore la Direttiva Europea 1999/45, in cui sono stati inoltrate nuove modalità di classificazione ed etichettatura dei prodotti fitosanitari. Questa direttiva ha inoltre considerato anche la tossicità dei preparati in ambiente acquatico introducendo nuove frasi di rischio, tra cui:

  • R50: altamente tossico per gli organismi acquatici;
  • R53: può provocare a lungo termine effetti negativi per l'ambiente acquatico;
  • R57: tossico per le api;
  • R58: può provocare a lungo termine effetti negativi per l'ambiente.

Poi la direttiva 1999/45 fù modificata con la Direttiva 2006/8/CE