- Contaminazione accidentale, che si verifica durante la preparazione delle miscele, o durante la distribuzione degli agrofarmaci.
- Contaminazione alimentareche che si verifica con l'igestione di derrate alimentari che contengono residui tossici.
Quindi possiamo distinguere tre vie di intossicazione:
- Per inalazione, cioè l'assorbimento avviene per ispirazione durante la preparazione delle miscele, o anche durante la distribuzione.
- Per contatto dermale, che si verifica quando l'assorbimento avviene per contatto tra l'epidermide (pelle) e il prodotto.
- Per ingestione, che si verifica quando si ingeriscono alimenti contenenti residui di agrofarmaci.
La tossicità di un agrofarmaco può essere riferita agli effetti di una sola somministrazione definita come tossicità acuta; o agli efetti di più somministrazioni, e in questo caso viene definita tossicità cronica.
La tossicità acuta di un prodotto fitosanitario esprime la velenosità di una derteminata sostanza che si manifesta entro breve tempo dal momento in cui essa e stata ingerita, inalata o assorbita attraverso la pelle. La tossicità acuta la si valuta con la DL50, cioè dose letale per il 50 %; per tanto la DL50 si esprime in mg per un kg ad esempio DL50=10 significa che 10mg (0,01) del prodotto è in grado di uccudere il 50% di cavie che pesano un kg. Questo calcolo riferisce solo a quei agrofarmaci considerati in purezza, cioè senza essere diluiti con altre sostanze, però nella pratica questi vengono diluiti in due modi:
- Diluizione in acqua: questo lo si ha perché gia, perchè l'agrofarmaco come mezzo di trasporto usa gia l'acqua, e pertanto viene uteriolmente diluito e quindi la tossicità reale è nettamente inferiore.
- Diluizione in atmosfera: in cui provoca un'ulteriore diluizione rispetto a quella di prima, per l'enorme volume di atmosfera irrorato, cioè che viene disperde in atmosfera.
Invece la tossicità cronica esprime la tossicita di un determinato prodotto, soministrato in dosi relativamente basse ma continue, determinando un'accumolo nell'organismo di sostanza tossica e provocando l'intossicazione cronica, dopo un certo periodo di tempo e non subito. La quantità tossica viene espressa dalla soglia che può essere soministrata per un lungo periodo, e questo viene calcolato in ppm cioè parti per milione. Il controllo della tossicità cronica avviene in laboratori su colture cellulari, o su cavie in cui in questo caso vengono somministrate, per un certo periodo, dosi note di un agrofarmaco. Questo lo si fà per vedere che effetto fà l'agrofarmaco su tali cavie nel contempo, e dopo la morte verranno esaminate, con una autopsia gli organi, al fine di costituire una banca dati, in quanto la valutazione di questi eventuali effetti è portata in scala umana, cioè le varie modificazione della cavia, è attendibile o può essere veritiera, verso una modificazione sull' organismo umano con il depositarsi di tale agrofarmaco. Gli effetti di questa tossicità interessa varie categorie di persone, ma soprattutto gli operatori del settore, che possono intossicarsi assumendo sub-dosi di prodotto durante le fasi di preparazione, o anche, i consumatori con le derrate alimentari, dove incosciamente possono assorbire delle sub-dosi depositatesi all'interno della derrata stessa. In ogni caso queste piccole dosi vengono accumulate nell'organismo provocando danni generalmente in tempi medio-lunghi. Queste contaminazioni sono dovute essenzialmente a due casi:
- Funzionale cioè consiste nell'effetto residuale dei trattamenti fitosanitari sulle coltivazioni.
- Accidentale in cui queste contaminazioni si verificano accidentalmente, seppur tutte dipendenti dai trattamenti sulle coltivazioni riguardanti una coltivazione vicina, prossima al raccolto, o una contiminazione accidentale delle falde acquifere, o l'assorbimento di un'agrofarmaco nel terreno e la successiva contaninazione delle coltivazioni che seguiranno.
Per quanto riguarda la pericolosità dei prodotti fitosanitari, basata sia sulla tossicità acuta sia su quella di tipo cronica, sono state indendificate alcune frasi di rischio tra cui:
- R 40: possibili effetti irreversibili;
- R48: pericolo di gravi danni per la salute in caso di esposizioni prolungate;
- R62: possibile rischio di ridotta fertelità;
- R63: possibile rischio ai bambini non ancora nati.
Questi prima del 1999, cioè quando entro in vigore la Direttiva Europea 1999/45, in cui sono stati inoltrate nuove modalità di classificazione ed etichettatura dei prodotti fitosanitari. Questa direttiva ha inoltre considerato anche la tossicità dei preparati in ambiente acquatico introducendo nuove frasi di rischio, tra cui:
- R50: altamente tossico per gli organismi acquatici;
- R53: può provocare a lungo termine effetti negativi per l'ambiente acquatico;
- R57: tossico per le api;
- R58: può provocare a lungo termine effetti negativi per l'ambiente.
Poi la direttiva 1999/45 fù modificata con la Direttiva 2006/8/CE