venerdì 15 febbraio 2008

La lotta biologica...

La lotta biologica è una tecnica che sfrutta i rapporti di antagonismo fra gli organismi viventi per contenere le popolazioni di quelli dannosi. Si applica in campo agroalimentare per la difesa delle colture, ma per estensione, si applica in qualsisi contesto dove si ha il bisogno del controllo della dinamica di popolazioni di qualsiasi organismo. La lotta biologica non abatte le popolazioni di un organismo dannoso, ma li tiene entro livelli da non costituire un danno, a differenza della lotta chimica, convenzionale, biotecnica. Le sue radici risalgono ai secoli XVII e XVIII con gli studi sulla biologia e l'etologia condotti dai naturalisti dell'epoca. Nel 1888 negli Stati Uniti d'America, ci fù il primo risultato di lotta biologica in California sugli agrumetti attaccati dalla Cocciniglia, dove venne introdotto un predatore di questa Coccinellide ed ebbe degli ottimi risultati.
I metodi sono: propagativo, inondativo, inoculativo, protettivo.
Il metodo propagativo, consiste nell'introduzione di uno o più nemici naturali del fitofago che si vuole combattere, importandoli dall'areale d'origine del fitofago. Il suo obbiettivo è quello di far acclimatare nel nuovo ambiente gli organismi ausialiari introdotti e riprodurre le condizioni che consentono una regolazione naturale della dinamica della popolazione del fitofago. Il metodo propagativo si può applicare con due differenti approci:
- introduzione di una sola specie antagonista;
- introduzione di più specie antagoniste.
Il metodo inondativo consiste nella liberazione di un elevato numero di esemplari di un predatore o parassitoide in modo tale da alterare sensibilmente i rapporti numerici fra le popolazioni del fitofago e quella dell'antagonista. Questo metodo presuppone la possibilitàche l'antagonista possa essere allevato e moltiplicato in un allevamento massale.
Il metodo inoculativo è il medoto più applicato nell'ambito della lotta biologica integrale. Consiste nella liberazione periodica di esemplari di una specie, autoctona o introdotta, già presente nell'ecosistema.
Il metodo protettivo consiste nell'usare alcune pratiche che hanno lo scopo di preservare la popolazione degli antagonisti naturali e favorire il potenziale biologico.
Le pratiche sono:
-ricorso al metodo inoculativo per sopperire alla carenza di ausiliari selvatici;
-ricorso ai trattamenti fitoiatrici ed elevata selettività allo scopo di ridurre l'impatto sull'altra pedofauna utile;
-la tutela della biodiversità con particolare riguardo verso le piante alle quali sono associati ospiti alternativi.