Appunti (ecologia applicata) - VB IPAA
mercoledì 15 settembre 2010
mercoledì 15 ottobre 2008
venerdì 6 giugno 2008
Caratteristiche botaniche dell'Olivo
La vite-Descrizione : La radice
La vite-Descrizione : Le gemme
Pronte, sono le gemme che germogliano nell’anno stesso della loro formazione.
Ibernanti, se non in particolari casi, non schiudono nell’anno della loro formazione, ma nell’anno seguente.
Latenti, queste gemme non germogliano neppure l’anno successivo, ma solamente in casi eccezionali come, ad esempio, una forte potatura.
La vite-Descrizione : Le foglie
La vite-Descrizione : Il fiore
martedì 3 giugno 2008
Olivo-insetti dannosi: Tignola dell'olivo (Prays oleae)
Le larve mature sono lunghe circa 8mm, e hanno un colore che va dal verde cenerino col capo rossiccio al marrone.
La prima generazione penetra nei boccioli fiorali distruggendo i vari organi riproduttivi, invece le larve di 2° generazione, che sono le più pericolose, attaccano i frutticini scavando galerie fino all' endocarpo, e provocando pure la cascola anticipata del frutto stesso, ed infine la 3° generazione, dove scavano tortuose gallerie nelle foglie, facendole seccare dall'esterno verso l'interno, queste tipo di larve possono anche entrare all'interno dei germogli, provocando anche su questi del seccume. La lotta è di tipo chimica e agronomica: i prodotti chimici usati sono tutti a base di fosforo, e gli interventi si eseguono soprattutto nella larve di 2° generazione perchè le altre generazioni non comportano gravi danni alle drupe, gli interventi si fanno nei mesi di giugno e luglio al termine delle ovideposizioni e prima della penetrazione delle larva nei frutticini. Invece per quanto riguarda le tecniche agronomiche si usano insetti, tra cui, entomofagi predatori (Rincoti Antocoridi, Ditteri Silfidi e Neurotteri Crisopidi) e parassitoidi (Imenotteri Calcidoidei e Imenotteri Braconidi).
Olivo-insetti dannosi: Cocciniglia mezzo grano di pepe (Seissetia olea)
Il maschio è alato e compare raramente, la femmina adulta, misura circa 5 mm e il suo corpo è completamente ricoperto da uno scudetto di cera convesso (sotto il quale si sviluppano le uova) con disegnata sopra una H. Gli abbondanti escrementi zuccherini prodotti dalle femmine creano asfissia e provocano vari ustioni (effetto lente), ma creano anche un forte richiamo alimentare per le formiche.
Lo sviluppo della cocciniglia è favorito nelle annate con autunno e inverno miti e con estate umida e non eccessivamente calda. La lotta contro questo dannosissimo Rincote è di tipo agronomico ma anche di tipo chimico.
Il metodo chimico prevede una soglia d'intervento pari a 2-5 neanidi per foglia, o anche 1 femmina ogni ogni 10 cm di rametto. Nel caso si superi la soglia di intervento, si interviene con fosforganici e oli bianchi (si evita l'uso dei primi per l'alta tossicità anche verso l'entomofauna utile, si preferisce il secondo per il motivo opposto). La lotta agronomica si avvale di potature energiche e di basse concimazioni azotate.
Olivo-insetti dannosi: Mosca dell'olivo (Dacus oleae)
L'Olivo-malattie: Rogna dell'olivo (Pseudomonas Savastanoi)
L'olivo-malattie:Lebbra delle olive (Gleosporium olivarum)
L'olivo-malattie: Occhio di Pavone (Cycloconium oleaginum)
La Sughera
Divisione: Spermatophyta
La Sughera o Quercia da sughero è originaria del bacino del Mediterraneo. In Italia si trovano sugherete in Sicilia, Lazio, bassa Toscana e soprattutto in Sardegna.
Caratteristiche generali
Dimensione e portamento: Quercia sempreverde che può raggiungere i 20 metri d'altezza, con chioma di colore verde-grigiastro. Tronco e cortecciaIl tronco diventa presto sinuoso e si riveste di una corteccia molto caratteristica, spessa molti centimetri, grigiastra, che si stacca facilmente in grossi blocchi pesanti. A ogni distacco la nuova scorza sottostante si presenta di colore bruno rossastro, spesso quasi rossastra. Foglie semipersistenti, semplici a lamina coriacea (come il leccio), ovoidali, con margine dentato e spinoso. Strutture riproduttivePianta monoica a fiori unisessuali; le ghiande sono ovoidali lunghe 2-3 cm e cupola con squame in rilievo.
Usi
La corteccia della Sughera (che si stacca facilmente in grossi blocchi) viene utilizzata per la fabbricazione dei turaccioli e come materiale isolante nell'edilizia.
Il sughero
E' un tessuto vegetale formato da microcellule morte, generalmente di forma poliedrica di 14 lati, addossate le une alle altre e con spazi intercellulari. totalmente riempiti di un miscuglio gassoso quasi identico a quello dell'aria. Il parenchima sugheroso è molto omogeneo, perché praticamente non è costituito che da membrane cellulari senza apertura. Sebbene aderente all'albero il sughero è formato da cellule morte. La cellula del sughero presenta una quantità minima di materia solida e una massima di gas, essenzialmente l'aria dell'atmosfera, senza però il gas carbonico. Gli strati intercellulari sono in numero di 5: due sono in cellulosa e rivestono le camere cellulari riempite d'aria: due altri in materia dura e impermeabile all’acqua (Suberina e cera): il quinto è legnoso, e conferisce la struttura e la rigidità. Per avere un'idea della taglia delle cellule del sughero, è sufficiente ricordare che un centimetro cubo di parenchima sugheroso ne contiene circa 40 milioni. Di solito esse sono esagonali e la loro forma è quella di un solido irregolare di 14 facce. Il diametro è ineguale ed oscilla dal 10 al 50 micron; predominano quelle che hanno un diametro compreso tra i 30 e i 40 micron. Tale ineguaglianza sia nello spessore che nella taglia e nel diametro cellulare che costituisce il parenchima sugheroso, interferisce su alcune proprietà meccaniche e fisiche del sughero, specialmente sulla comprimibilità ed elasticità. A partire dal 1942 tutti gli elementi chimici che compongono il sughero vengono estratti perché sempre più utilizzati nelle industrie la composizione è: 45% di suberina, 27% di lignina, 12% di cellulosa e polizuccherine, 6% di tannino, 5% di cereoleina, 5% di cenere e prodotti diversi. Il sughero viene saponificato dagli alcali forti e disgregato dall’acido nitroso e dagli alogeni.
F. Piras, Tempio e Calangianus nell'economia subericola sarda"
Dono senza pari della terra, la cui presenza protettrice e miracolosa genera un'attività economica tradizionale. Albero antico, detentore della memoria degli uomini e testimone del loro lavoro, la sua ombra si estende su luoghi dal paesaggio immutabile, partecipe dei silenziosi movimenti che accompagnano l'armonia dei declivi più dolci, delle pianure più isolate che si offrono al sole del Sud.
In ciò risiede la sua grandezza. Tutto in esso si rivela di un'utilità totale, singolare, creativa, ed esso contribuisce così alla storia degli oggetti più comuni. Per questa ragione è un albero che partecipa alla storia d'un territorio che va dalla punta sud occidentale dell'Europa, di là partendo per luoghi distanti, ambasciatore di un sapore antico, secolare, oggi necessario allo sviluppo di un'arte difficile ed esigente. Tutto ciò trova il suo prolungamento in un lavoro unico e singolare : la lavorazione del sughero. Questo richiede una conoscenza di tecniche e un'esperienza profondamente radicata nella memoria sarda della parte nord‑orientale dell'isola, come il prelievo, la preparazione e la trasformazione del sughero.
ngianus e e Si tratta dì un sapere raro, acuto ed emozionante, per la maniera con cui perdura e accompagna la vita dì generazioni intere, che hanno imparato ad apprezzare, al contatto della terra, il sapore di una relazione di rispetto e dì compagnia
La superficie mondiale dì quercia da sughero è stimata in 2, 2 milioni di ettari. La quercia da sughero cresce nel terreni sabbiosi decalcificati che abbiano un minimo, contenuto di azoto e fosforo, ma ricco di potassio con un PH fra il 5 ed il 6%. Il livello ideale dì precipitazioni è da 400 a 800 millimetri, la temperatura non deve mai essere inferiore a 5° c. e l’altitudine deve situarsi tra 600 e 800 metri.
il tronco della quercia.
E' a partire dal sughero che si stabilisce un'attività economica d'importanza vitale, con molteplici applicazioni : industrie ed attività produttive diversificate. Si dà il nome di sughero al parenchima sugheroso, cioè alla corteccia della quercia da sughero , un albero della famiglia delle fagacee caratteristica della regione del mediterraneo occidentale. La quercia da sughero cresce nella parte occidentale del bacino mediterraneo, sia nel Nord dell'Africa ( Marocco, Algeria, Tunisia ), nel Sud della Francia ( in particolare in Corsica),in Italia ( Sardegna, Sicilia e Toscana), in Spagna e Portogallo.
Questo insieme di condizioni si incontra, a differenti gradi su di una stretta fascia del litorale mediterraneo occidentale. La quercia è un albero che risale all’ Era terziaria, precisamente all’Oligocene, ossia dalla costituzione del grande bacino mediterraneo. Esistente, secondo alcuni, da più di 60 milioni di anni, rappresenta la flora europea a partire da quel periodo geologico. E’ probabile che il suo centro di diffusione sia stato la regione attualmente coperta dal Mar Tirreno e che la migrazione sia stata fatta attraverso la Cordigliera che, nel Miocene, univa le terre oggi sommerse dal Mar Egeo con la penisola Iberica. Come già detto, la quercia è una pianta della famiglia delle Fagacee, alla quale appartengono alcuni vegetali arborei come il castagno e il faggio. In seno a questa famiglia, essa fa parte del genere quercus, che comprende più di 600 specie, di cui la quercia è la specie tipo e presenta un grande interesse economico. La più importante fra loro è la quercia suber, la sola che produca sughero, poiché nessun’altra pianta produce una scorza così grossa e così resistente.
I LEPIDOTTERI DEFOGLIATORI.
venerdì 30 maggio 2008
L' 0livo - Le zone in cui si sviluppa.
Le origini dell'olivo
L'olivo
martedì 27 maggio 2008
La vite - Le malattie: la Peronospora (Plasmopara viticola)
La vite - Le malattie: Oidio o Mal bianco (Uncinola necatrix)
La vite - Le malattie: la muffa grigia (Botrytis cinerea)
La vite - Le malattie: il Mal dell'esca (Fomes ignarius)
La vite - le malattie: Ragnetto rosso dei fruttiferi (Panonychus ulmi)
La vite-Le malattie : L'Erinosi (Eriophyes vitis)
Raramente è dannoso e si nota solo nelle prime fasi di vegetazione.
La vite-Le malattie : La Filossera (Phylloxera vastatrix)
venerdì 23 maggio 2008
La vite-Coltivazione : la potatura
Il ciliegio - varietà
Albero di discreto sviluppo e di media fertilità. Produce frutti grossi di color rosso nerastro con polpa scura, dolci e di ottimo sapore, resistenti allo spacco. Matura a primi di giugno la varietà precocce e a fine giugno quella tardiva.
Ferrovia.
Albero di vigoria elevata, portamento assurgente. Il frutto è di grossa pezzatura, con peduncolo lungo, buccia rossa brillante, polpa rosa, molto consistente. La qualità gustativa e buona.
Lapins.
Pianta di vigoria medio-elevata a portamento assorgente. La produttivita è elevata e costante. E autocompatibile per cui non necessita di impollinatori. La pezzatura è medio-elevata, la buccia è di colore rosso scuro brillante, la polpa è rosa, di consistenza medio-elevata.
Bigarreau burlat.
Una fra le varietà più precoci (metà maggio). Discretamente produttiva, i frutti sono di media pezzatura di color rosso scuro con polpa rossa di buon sapore.
Albero di vigoria medio-elevata, alta produttività. Il frutto è di pezzatura media, con buccia di colore rosso scuro. La polpa è di colore rosso aranciato, di elevata consistenza e di buone qualita gustative.
Montmorency
Albero di scarsa vigoria e portamento espanso. Produttivoità costante ed elevata, frutto di media pezzatura, rosso chiaro con polpa di colore bianco giallastro. Ciliegia acida.
Napoleon
Varietà molto apprezzata per l'elevata fertilità. I frutti sono gialli e rossi dalla parte esposta al sole, sono a forma di cuore molto grossi con polpa chiara, soda e zuccherina. Matura a metà giugno.
La vite - Coltivazione : il terreno
La patata
La patata è pianta originaria delle regioni montuose oltre duemila metri sul livello del mare della cordigliera andina dell'America centrale e meridionale dove da sempre costituisce una preziosa base alimentare per le popolazioni localiLa parte commestibile della patata (Solanum tuberosum) è un tubero, ossia la parte sotterranea di una pianta, derivata dalla trasformazione di fusti o radici. La natura gli ha conferito il ruolo di riserva di sostanze amidacee e nutritive per la pianta stessa, ma anche l'uomo ha saputo trarne vantaggio. Originaria dell'America, iniziò a diffondersi in Europa solo attorno agli inizi del 1800. E' probabilmente il più versatile tra gli ortaggi conosciuti.,.. Attualmente la patata è diffusa in tutto il mondo su circa 20 milioni di ettari, nelle zone temperato-fredde mentre in Italia la superficie coltivata è di circa 90.000 ettari la coltura trova condizioni ottimali in climi temperati, benché spostando il ciclo colturale si adatta a climi diversi. Il gelo danneggia le foglie e arresta lo sviluppo dei tuberiSemina e messa a dimora:
le patate dette da seme devono avere un diametro tra i quattro e gli otto centimetri, ed un peso intorno ai cinquanta grammi ognuna. Le patate più grosse si possono tagliare per ricavarne dei pezzi provvisti ognuno di almeno due gemme. Conviene compiere questa operazione alcuni giorni prima della semina perché le ferite abbiano il tempo di cicatrizzarsi.Sul terreno ben lavorato, si tracciano dei solchi ad una distanza sulle file di cinquanta-sessanta centimetri.I tuberi vengono distribuiti ad una distanza di venticinque-trenta centimetri e ricoperti di terra sciolta per uno spessore di tre-sette centimetri. Si può ricorrere alla pregermogliazione mettendo a dimora tuberi con germogli già sviluppati.Prima della semina si deve effettuare un'accurato spietramento per evitare che le nuove patate crescano deformi.
TECNICA COLTURALE.
. La patata è una pianta erbacea annuale, ma che in natura si comporta come perenne data la sua prerogativa di propagarsi vegetativamente per mezzo di tuberi, che sono quindi il prodotto utile e il mezzo di propagazione della coltura. La pianta di patata si origina da un tubero le cui gemme germogliando producono steli eretti, angolosi, alti 0,3-1 m lievemente pubescenti. Le foglie sono di numerosi e spesso mancanti, sono riuniti in cime terminali portate da peduncoli. I fiori sono vistosi tipo imparipennato irregolare, leggermente pelose, composte da 3-4 paia di foglioline intere, ovato-acuminate, e da qualche altra fogliolina più piccola irregolarmente intercalata. I fiori, poco per una corolla di cinque petali saldati, di colore bianco, rosa o rosso violaceo. I semi non hanno alcuna importanza agronomica come mezzo di riproduzione della patata, di essi si servono solo i genetisti per il loro lavoro di miglioramento genetico.Dai nodi interrati degli steli si sviluppano numerose radici avventizie e numerosi steli sotterranei a portamento orizzontale (rizomi); le radici sono fibrose, fascicolate, molto ramificate ed espanse, ma limitatamente a uno strato di suolo piuttosto superficiale (0,5-0,6 metri. .Il. tubero della patata, come si è visto, è un tubero caulinare in quanto corrisponde alla parte terminale ingrossata di uno stelo sotterraneo in cui, quando è giovane, si ritrova la tipica struttura di uno stelo: epidermide, corteccia, cilindro vascolare con il suo cambio, midollo centrale. In un tubero completamente maturo l’epidermide è sostituita dal periderma (o " buccia ") fatto di strati di cellule suberose, che protegge l'interno del tubero dall’eccessiva perdita d'acqua e dalla penetrazione di funghi e batteri. All'interno, sia la corteccia sia il midollo sia il parenchima che costituisce la maggior parte del tubero, sono divenuti sede di accumulo di grandi quantità di amido.In mezzo a questa massa di tessuti, diversi ma non più facilmente distinguibili, si notano fasci fibro- vascolari diretti verso gli “occhi”. La dimensione dei tuberi varia molto secondo le condizioni di coltivazione oltre che con la varietà: il loro calibro va da meno di 40 mm (minimo accettabile per consumo) a 70 mm e oltre (calibri molto grandi sono apprezzati solo per ricavarne "sticks"). La coltivazione va gestita in modo da realizzare produzioni elevate di tuberi del calibro più richiesto dal mercato (da 40 a 60 mm, indicativamente).. Come è variabile il calibro, così è il peso dei tuberi: circa 40 grammi per un calibro di 30 mm, circa 100 grammi per un calibro di 50 mm, diversi ettogrammi per calibri superiori.La forma dei tuberi varia secondo la varietà: tonda, tondo-ovale, ovale, ovale-lunga, lunga.I colori della buccia sono due: giallo o rosso; la "pasta" interna invece può essere bianca o gialla, con varie sfumature: bianco candido, bianco crema, giallo, giallo chiaro, giallo intenso.
Alcune Varietà:
a pasta bianca, di forma tonda, può essere di Napoli o di Como: è piuttosto farinosa quindi adatta alla preparazione di purè, sformati e qualunque piatto che ne prevede la frantumazione.
A pasta gialla, detta Bintje, più soda e compatta, piuttosto versatile ma particolarmente adatta per essere cucinata intera e per essere fritta.
La Rossa, saporita e consistente, adatta ad ogni tipo di preparazione.
La Novella , è il tipo che viene raccolto immaturo ed è disponibile tutto l'anno; è caratterizzata da polpa delicata e vie ne cucinata suprattutto arrosto o lessata
Conservazione:
le patate si conservano molto bene e a lungo, rispettando i seguenti piccoli accorgimenti: è necessario che stiano al buio per evitare che diventino verdi; la temperatura non deve essere nè troppo umida (mai al di sotto dello 0, altrimenti gelerebbe) nè troppo secca (mai al di sopra degli 8° C, altrimenti tende a germogliare), la cantina sarebbe il luogo ideale..
Valore nutrizionale
Dal punto di vista nutrizionale le patate sono conosciute principalmente per l'alto contenuto in carboidrati (circa 26 grammi in una patata di 150 g, cioè medie dimensioni), presenti principalmente sotto forma di amidi. Una piccola ma significativa parte di tali amidi delle patate è resistente agli enzimi presenti nello stomaco e nell'intestino tenue, sì da raggiungere l'intestino crasso quasi intatta. Si ritiene che questi amidi abbiano effetti fisiologici pari a quelli delle fibre alimentari.
Le patate sono fonte di importanti vitamine e minerali. Una patata di medie dimensioni (150 g), consumata con la buccia, fornisce 27 mg di vitamina C (45% della dose giornaliera raccomandata), 620 mg di potassio (18% della dose giornaliera raccomandata), 0,2 mg di vitamina B5 (10% della dose giornaliera raccomandata), oltre a tracce di tiamina, riboflavina, folati, niacina, magnesio, fosforo, ferro e zinco. Inoltre il contenuto di fibre di una patata con buccia (2 g) è pari al contenuto di fibre del pane integrale, della pasta e dei cereali. Oltre alle vitamine, ai minerali ed alle fibre, le patate contengono svariati composti fitochimici, quali i carotenoidi ed i polifenoli.
Non tutte le sostanze nutritive delle patate si trovano nella buccia; questa contiene circa la metà delle fibre, ma più della metà delle sostanze nutritive sono contenute nella polpa. La cottura può alterarle notevolmente.
Le patate novelle e le varietà a forma allungata contengono una quantità minore di sostanze tossiche, e rappresentano una fonte eccellente di nutrienti. Le patate sbucciate e conservate a lungo perdono parte delle proprie proprietà nutrizionali, benché mantengano il proprio contenuto di potassio e vitamina B.
Le patate sono spesso escluse dalle diete a basso indice glicemico, in quanto si ritiene che possiedano un'alta quantità di zuccheri. In realtà l'indice glicemico delle patate varia in maniera considerevole a seconda della loro varietà (patata a buccia rossa, a pasta bianca, eccetera), della loro origine (zona di coltivazione), della preparazione (metodo di cottura, se consumata fredda o calda, in purè, a tocchetti o intera ecc.), e degli altri cibi con cui si accompagna (salse ricche di grassi o ad alto contenuto proteico.
Le Avversità tra i parassiti che attaccano la Patata i più importanti sono: la dorifora decemlineata che è un coleottero che si nutre delle foglie della pianta sia come larva che come insetto. Si combatte con prodotti a base di arsenico. Il grillotalpa che agisce di notte da metà marzo a metà ottobre e si combatte con esche avvelenate. Il maggiolino allo stato larvale.Le malattie da virus possono provocare ingiallimento e nanismo. Ricordiamo il virus 14 che provoca l'accartocciamento delle foglie. Fra le crittogame ricordiamo la peronospora che colpisce foglie e tuberi provocando annerimento e la morte, si previene con irrorazioni a base di solfato di rame. - Il mal bianco del pedale attacca ogni parte della pianta provocando l'imbrunimento e la morte.- Il marciume secco provocato da verticillum e fusarium che attaccano la Patata formando cavità che anneriscono e provocano l'essiccamento della pianta.Raccolta: avviene quando in primavera i tuberi si staccano dagli stoloni, ma è bene non effettuare la raccolta prima che appassiscano le foglie.
La raccolta si effettua a mano con gli attrezzi tradizionali, o a macchina se si tratta di coltura in pieno campo. E' bene cheI tuberi portati alla luce si asciughino per qualche tempo al sole sul terreno e quindi vanno conservati in un luogo buio, poiché la luce fa germogliare gli occhi e stimola la formazione di solanina.
martedì 20 maggio 2008
La vite - Coltivazione : il clima
La vite - Cenni storici
martedì 13 maggio 2008
Il ciliegio
venerdì 9 maggio 2008
La vite - Cenni botanici
venerdì 2 maggio 2008
La sindria (L'anguria)
Sa Pompia, il dolce della tradizione
Altre cause "ambientali" sono:
Le principali malattie parassitarie di origine animale (insetti) troviamo:
Riso
Il riso è la cariosside , la pianta erbacea annuale appartenente alla famiglia delle Gramineae. Dopo la cariosside del riso si fa la mietitura che si intende il processo di raccolta nei campi dei cereali maturi. Il risone diventa commestibile dopo varie lavorazioni, svolte in un'industria risiera, principalmente a liberarlo dalle parti tegumentali (lolla o pula) . La lolla e il riso del rivestimento esterno del chicco, asportato con il processo di sbramatura.
Si comincia con l'aratura della risaia, non eccessivamente profonda da aerare il suolo compattato dalla sommersione precedente: poi si passa all'erpicatura, per sminuzzare il terreno, e a una prima concimazione. La semina si fa in primavera (aprile, maggio) con una macchina seminatrice; il seme (risone) deve essere preventivamente ammollato, perché non galleggi. La semina si puo effettuare con risaia allagata, o risaia sommersa,oppure con risaia asciutta,cioe priva di acqua;la prima semina viene effettuata esclusivamente a spaglio, mentre in asciutta si semina interrando il seme a file . Tutte le tecniche prevedono una precedente o una successiva sommersione della risaia( essa consente di spostare verso temperature piu alte il campo di escursione termica ).
Il riso è avvolto dalle glumelle RISONE e subisce le seguenti lavorazioni: 1. PULITURA: separazione dalle impurezze 2.SBRAMATURA: distacco e separazione delle glumelle della cariosside, le glumelle formano la lolla. 3. SBIANCATURA: in cui si allontanano gli strati esterni della cariosside e l'embrione.
Nel corso della pilatura si ottengono i seguenti prodotti:
Il riso grezzo: che è privato della lolla però ha ancora il pericarpo e l'embrione.
Il riso sbramato : che ha subito una lavorazione incompleta alla sbiancatura e si usa nella lavorazione della birra.
Il riso raffinato : che è il riso bianco che ha subito 3-4 passaggi alla sbiancatura e che viene destinato come sottoprodotto a lavorazioni speciali.
Il riso comolino e oleato: che si ottiene oleando la superficie del riso raffinato con olio di lino o di vaselina.
Il riso brillato: che si prepara a seguito di lavorazioni con talco e glucosio e si usa nell'alimentazione umana
Si fanno 3 operazioni che sono:
1) La sbramatura viene eseguita con due dischi orizzontali, detti sbramini,il disco superiore è stazionario mentre quello inferiore , ad adeguata distanza , è in rotazione.Un'evoluzione degli sbramini a dischi è rappresentata dagli sbramini a cilindri gommati ruotanti a differenti velocità, i quali hanno ridotto i rischi di rottura.
2)La sbiancatura è un ulteriore passaggio effettuato nelle sbiancatrici, macchine costituite da coni pieni rotanti in griglie coniche.
3)La lucidatura, compiuta in macchinari simili alle sbiancatrici ma a coni rivestiti con strisce di cuoio, ha lo scopo di rendere il chicco più bianco e levigato. Il riso così ottenuto è noto come lavorato o raffinato. Esso viene infine selezionato e confezionato.
Le spighe del riso sono mature a settembre; con una mietitrebbia si svolgono contemporaneamente le due operazioni di mietitura e di trebbiatura
venerdì 4 aprile 2008
Tossicità degli agrofarmaci
- contaminazioni accidentale che si verifica quando durante la preparazione e la distribuzione degli agrofarmaci non si adottano le precauzioni necessarie;
- contaminazione alimentare, che si verifica per l'ingestione di derrate alimentari che contengono residui tossici.
- per inalazione, che si verifica quando l'assorbimento avviene per inspirazione;
- per contatto o dermale, che si verifica quando l'assorbimento avviene per contatto tra l'epidermide e il prodotto;
- per ingestione, che si verifica quando si ingeriscono alimenti contenenti residui di agrofarmaci.
DL50
venerdì 28 marzo 2008
I limiti della lotta biologica
I nematodi
Il phylum comprende sia specie conducenti vita libera che parassiti.
Le specie libere sono numerose nei terreni umidi, nei sedimenti dei fondali acquatici e nelle sorgenti termali. Le specie terricole sono in prevalenza spazzini e vivono negli strati superficiali dove si nutrono di materia organica morta. La loro attività è molto importante per la miscelazione e l'aerazione del terreno. Alcune specie libere sono erbivore e si nutrono di funghi, batteri, alghe e piante. Altre specie sono invece carnivore e si nutrono di microrganismi, piccoli invertebrati e di altri nematodi, compresi individui della stessa specie (cannibalismo).
I nematodi parassiti infestano un gran numero di piante e di animali. Alcuni parassiti sono dotati di un apparato boccale, provvisto di stiletti, atto alla perforazione delle pareti cellulari delle radici delle piante, in modo da potersi alimentare dei succhi vegetali. La loro attività è causa della perdita di numerosi raccolti. Altri nematodi vivono sulla superficie di organismi acquatici e molti riescono ad infestare i vertebrati terrestri, compreso l'uomo, insinuandosi nel sistema digerente, in quello circolatorio o incistandosi nell'apparato muscolare.
Anatomia e fisiologia :
Essendo organismi pseudocelomati, i nematodi presentano una cavità posta fra il canale alimentare e la parete del corpo. La parete è formata (partendo dall'esterno) da:
-una cuticola pluristratificata;
-uno strato epidermico intermedio;
-uno strato muscolare longitudinale.
La cuticola è costituita in prevalenza da collagene, una proteina fibrosa che protegge l'animale dagli urti meccanici. Lo strato epidermico sottostante si estende lungo lo pseudoceloma con 4 rigonfiamenti epidermici: 2 laterali, 1 dorsale ed 1 ventrale. Questi cordoni sono attraversati da canali escretori e nervi longitudinali. Lo strato muscolare longitudinale si estende poi tra i cordoni sotto l'epidermide ed è a contatto con il liquido pseudocelomatico che riempe la cavità. Ogni fibra muscolare forma una sinapsi diretta con i cordoni nervosi (dorsale e ventrale) che attraversano i rigonfiamenti epidermici. Questa è una condizione atipica nel regno animale poiché, in genere, la fibra muscolare si lega a quella nervosa tramite una giunzione neuro-muscolare. L'assenza di strati muscolari circolari non permette ai nematodi la capacità di movimenti complessi ed essi possono solo flettere od ondulare il proprio corpo utilizzando le particelle di sedimento come leve per effettuare gli spostamenti.
I nematodi sono organismi proctodeati. In genere la bocca (posta all'estremità anteriore) è trilobata, ogni lobo reca delle mascelle cuticolari ed è delimitata da labbra. La bocca è collegata all'intestino tramite una faringe muscolosa che serve a pompare l'alimento direttamente nella cavità intestinale, la quale, quando non contiene il cibo, rimane schiacciata dalla pressione che la parete del corpo esercita sul liquido pseudocelomatico. La digestione avviene inizialmente nel lume intestinale per poi terminare all'interno delle cellule che tappezzano l'intestino. Gli scarti della digestione vengono poi espulsi per contrazione dei muscoli del retto attraverso l'ano (posto nella zona vicina l'estremità posteriore).
La circolazione delle sostanze nutritive e gli scambi gassosi, necessari per l'attività metabolica delle cellule, avvengono grazie al liquido pseudocelomatico che bagna le varie cellule del corpo e il suo compito è facilitato dai movimenti dell'organismo. La cuticola della parete del corpo è inoltre provvista di pori per mezzo dei quali avvengono gli scambi gassosi tra l'animale e l'ambiente esterno.
I prodotti di rifiuto dell'attività metabolica vengono eliminati tramite un sistema escretore a forma di "H": è formato da due canali escretori che attraversano i cordoni epidermici laterali e che si uniscono nella zona centrale e ventrale, dove sboccano all'esterno attraverso un nefridioporo (o poro escretore).
Il sistema nervoso è formato da un gruppo di gangli connessi ad un anello nervoso che circonda l'intestino e dal quale si diramano cordoni nervosi sia anteriormente, verso la bocca, che posteriormente, verso la coda. I cordoni nervosi posteriori attraversano i rigonfiamenti epidermici e poi si riuniscono nei gangli vicini l'estremità.
I nematodi presentano organi sensoriali, quali setole e papille inserite nella cuticola, che hanno funzione meccano-recettrice, ossia percepiscono gli stimoli tattili. Altri organi di senso sono gli anfidi, posti nella regione boccale, e i fasmidi, posti nell'estremità posteriore, che hanno funzione chemio-sensoriale, cioè servono per la percezione di segnali chimici (gli "odori") emanati dall'ambiente e dalle possibili prede e predatori. Questi organi, inoltre, sono importanti per la percezione dei feromoni, dei segnali chimici prodotti dalle femmine per attirare i maschi nel luogo dell'accoppiamento.
Riproduzione e sviluppo :
La maggior parte delle specie è dioica e l'apparato riproduttore, sia maschile che femminile, è a "frusta", cioè formato da lunghi tubuli avvolti su se stessi.
I maschi possiedono uno o una coppia di testicoli collegati tramite un condotto deferente ad una vescicola seminale, dove vengono raccolti ed accumulati gli spermatozoi prodotti. Dalla vescicola gli spermatozoi raggiungono l'orifizio genitale passando attraverso un dotto eiaculatore. L'orifizio è posto nell'estremità posteriore, la quale è dotata di spicole che hanno la funzione di mantenere divaricato il poro femminile durante l'accoppiamento.
L'apparato riproduttore femminile è costituito da una coppia di ovari collegati ad un utero per mezzo di ovidotti. L'utero è poi connesso ad una vagina che sbocca all'esterno tramite il poro genitale femminile, posto nella regione centrale del ventre.
Con l'accoppiamento gli spermatozoi risalgono l'utero e fecondano le uova negli ovidotti. le specie possono essere ovipare od ovovivipare e non si ha stadio larvale. Infatti dallo zigote si producono direttamente degli stadi giovanili, simili all'adulto ma sessualmente immaturi. Gli stadi giovanili subiscono 4 mute cuticolari prima di diventare adulti.